Edilizia sostenibile e benessere ambientale - CAVERIUNITE
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Edilizia sostenibile

Edilizia sostenibile

Da anni, ormai, è in atto uno sforzo per migliorare le costruzioni sia dal lato del benessere di chi vi vive, sia per quanto riguarda la compatibilità ambientale e il risparmio energetico.
In questo senso vi è stata una fertile produzione di norme, regolamenti, indirizzi e consigli sia da parte degli organi centrali della Pubblica Amministrazione che dalle singole Regioni o Province Autonome.
Non potendo offrire, per ragioni di spazio, l’intero compendio, ci limitiamo ad alcune segnalazioni che sembrano essere significative nonché più lungimiranti.
Su iniziativa di un Gruppo di Lavoro interregionale, è stato definito un “protocollo” che, nel perseguire l’obbiettivo del miglioramento della qualità dell’abitare, ha indicato e definito i “requisiti” da esaminare e quantificare per determinare il livello di compatibilità ambientale degli edifici. Livello cui da ora si dovranno adeguare gli edifici da costruire in forza di un’apposita certificazione energetico ambientale da rilasciare sia in fase progettuale che di realizzazione e collaudo e durante la successiva manutenzione.
Poiché il miglioramento della qualità dell’abitare sottende, in modo importante, un miglioramento complessivo della qualità dei materiali impiegati, è in atto una ricerca volta a definire la qualità energetico ambientale dei materiali edilizi in modo da avere un data base – con relativo prezziario – dei materiali “sostenibili”.
L’adozione dei “materiali sostenibili” sarà regolamentata per legge ed incentivazioni, anche di tipo economico (già in atto come gli sconti sugli oneri di urbanizzazione, la concessione di maggiori volumi e spessori dell’edificio in base alla sua compatibilità, etc.).

Per l’edilizia residenziale, il protocollo “ITACA” sintetico, elaborato dal riferito Gruppo di Lavoro interregionale, prende in esame vari criteri da definire ed ottimizzare, per il miglioramento della qualità dell’abitare, ai fini dell’ottenimento dei certificati di sostenibilità ambientale, quali l’energia per la climatizzazione ambientale, la trasmittanza termica dell’involucro edilizio, l’acqua calda sanitaria, il controllo della radiazione solare, l’inerzia termica, l’illuminazione naturale, l’energia elettrica, l’uso dei materiali da fonti rinnovabili, l’uso dei materiali riciclati e di recupero, il consumo di acqua potabile e per usi indoor, il mantenimento delle prestazioni dell’edificio, le emissioni di CO2, i rifiuti solidi e quelli liquidi e la permeabilità delle aree esterne.

Con i D.L.vi 19 agosto 2005 n° 192 e 29 dicembre 2006 n° 311 in attuazione alla Direttiva 2002/91/CE, si è voluto riconfermare la volontà di contenere i consumi energetici negli impianti di riscaldamento e condizionamento negli edifici anche con la imposizione e il sovvenzionamento di nuove metodologie costruttive.
Pur non essendo stati emanati i decreti attuativi promessi con i riferiti D.L.vi, rimane comunque prescritto che la certificazione energetica è diventata obbligatoria dal 1° luglio 2007 per la vendita di edifici di oltre 1.000 mq utili, dal 1° luglio 2008 per gli interi immobili con superficie inferiore a 1.000 mq utili e dal 1° luglio 2009 per ogni singola unità immobiliare di superficie utile superiore ai 50 mq.

FIORDITUFO, LA PIENA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

Il problema del radon indoor è stato sollevato negli anni Sessanta da studi epidemiologici condotti in Svezia e negli USA. Si scoprì che in alcune zone, prevalentemente a causa della conformazione geologica del terreno su cui erano costruite le abitazioni, vi erano concentrazioni di radon significative nei locali abitati e ciò provocava effetti dannosi per gli abitanti. Fu lanciato un programma di rilevazione a livello mondiale che individuò il valore medio di concentrazione di radon nelle abitazioni nei vari paesi. L’Italia ha una media nazionale di radon indoor piuttosto elevata rispetto agli altri paesi (77 Bq/m3) ed in alcune regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Alto Adige, Friuli) la sua presenza è sensibilmente maggiore.  La concentrazione del radon può variare, anche sensibilmente (più di un ordine di grandezza), durante il corso dell’anno, per varie cause: pressione atmosferica, temperatura, presenza di acqua nel sottosuolo, ricambi d’aria, etc.. Variazioni si riscontrano anche durante il giorno: si possono trovare dei picchi e dei minimi durante l’arco giornaliero.
Il D.Lg.vo 241 del 26/5/2000 ha fissato limiti di concentrazione di attività di radon medie in un anno per i locali sotterranei in cui si svolgono attività lavorative, nulla invece è stabilito per quanto riguarda le abitazioni, visto che mescolandosi con l’atmosfera, il radon si diluisce e non crea alcun problema.

Partendo da queste considerazioni e con l’obiettivo di conoscere a fondo il proprio prodotto, Cave Riunite, nell’interesse dei propri clienti, ha ritenuto opportuno commissionare una ricerca all’Istituto di Metodologie Chimiche del CNR per valutare le caratteristiche di emanazione di radon di Fiorditufo. La serie di approfondite analisi si è conclusa nel 2007 ed ha fornito risultati interessanti dal punto di vista scientifico che di seguito riassumiamo:

1) Fiorditufo appena estratto ha un valore medio di emanazione specifica di radon pari a 276 – 304 mBq/h/kg per la tipologia gialla ed a 402-572 mBq/h/kg per la tipologia nera.
2) Essiccando artificialmente il materiale e misurandolo nuovamente abbiamo riscontrato i seguenti valori: 61 mBq/h/kg  (tipo giallo) e 44 mBq/h/kg (tipo nero); il che significa che si è ottenuto un abbattimento rispettivamente del: 79% e 91%.
3) Confrontando l’emanazione specifica di radon dai tufi esaminati, con quella di altri materiali da costruzione, ricavata dalla letteratura, si rileva che i valori, dopo essiccazione sono fra loro comparabili.

In conclusione, partendo dai risultati sopra sintetizzati, la ricerca effettuata permette di affermare che, per quanto riguarda Fiorditufo, tenendo conto dell’azione combinata dell’essiccatura e della messa in opera, che nelle condizioni reali di utilizzo si verifica in tutti i casi di interesse per le costruzioni abitative, si può considerare il tufo esaminato un materiale da costruzione che ha caratteristiche di emanazione di radon comparabili con quelle di altri materiali naturali utilizzati per le costruzioni.